Terre armate, terre rinforzate
Le Terre armate terre rinforzate in ambiente salino: inerbimento, naturalizzazione. Il presente intervento era inserito nell’ambito di lavori per la messa in sicurezza di una scarpata a mare a rischio di dissesto idrogeologico. Nelle lavorazioni in progetto si era prevista l’applicazione di piante erbacee a radicazione profonda a protezione di una terra-rinforzata-terra-armata.
Tale soluzione prevedeva la sostituzione del pacchetto di lavori tradizionalmente previsti nelle opere di ingegneria naturalistica.
L’applicazione dei PRATI ARMATI® è avvenuta direttamente sulla superficie tal quale della terra rinforzata terra armata. Di fatto questa ha sostituito la posa in opera in sequenza di un materassino drenante, una geostuoia antierosiva, l’intasamento con il terreno vegetale, l’inerbimento mediante idrosemina potenziata o idrosemina a spessore.
Di strategica importanza appariva la capacità di attecchimento dell’idrosemina, il conseguente inerbimento e la definitiva rinaturalizzazione, con la posa fatta direttamente sul tout venant compattato.
Nello specifico, ulteriore difficoltà era emersa con le richieste, da parte dell’amministrazione locale committente e degli albergatori dei più rinomati alberghi cittadini, per un risultato rapidissimo in vista della stagione estiva oramai alle porte.
L’attesa più sentita era il definitivo mascheramento dell’impatto paesaggistico generato dal nero delle geostuoie antierosive su un tratto di costa a mare completamente verde.
Per tale motivo, particolare attenzione è stata dedicata alla rapida mitigazione ambientale ed al reinserimento paesaggistico.
Totale inerbimento
In sintesi, l’obbiettivo complessivo era quello di fornire il totale inerbimento, il controllo dell’erosione ed un rinforzo corticale nell’eventualità di una mareggiata eccezionale.
Successivamente all’idrosemina, avvenuta nel mese di aprile 2007, in pochi mesi si assisteva ad una rapida crescita dei PRATI ARMATI®. Questi, attraverso l’alta densità di attecchimento ed il loro forte apparato radicale, iniziavano a proteggere dall’erosione il terreno di riempimento delle terre rinforzate terre armate.
Il pieno risultato è stato conseguito dopo soli tre mesi dall’idrosemina.
Ad oggi, dopo 6 anni dal conseguimento del risultato, l’opera di rinverdimento manifesta la perfetta efficienza con costi di manutenzione nulli.
Terra armata – Wikipedia
it.wikipedia.org/wiki/Terra_armata La terra armata è una tecnologia impiegata per le opere di sostegno delle terre, messa a punto nel 1966 dall’ingegnere Henri Vidal a Parigi, che permette di …
Terra rinforzata – Wikipedia
it.wikipedia.org/wiki/Terra_rinforzata
Si compone di due elementi costruttivi essenziali:
- Il terreno di riempimento, normalmente quello presente sul sito di costruzione, che conferisce all’opera la resistenza alla compressione e un’aliquota di resistenza al taglio.
- I rinforzi (geogriglie), che conferiscono resistenza a trazione che si esplica in un aumento di resistenza al taglio del terreno stesso.
In questo modo, la terra rinforzata è in grado di assicurare la propria stabilità interna anche con angoli di scarpa in facciata molto superiori all’angolo di natural declivio del terreno costituente (di solito 60°-70° dall’orizzontale) ed in presenza di carichi agenti.
Per quanto riguarda la stabilità globale, le verifiche da condurre sono quelle classiche, ovvero la verifica della fondazione del rilevato (capacità portante e cedimenti) e verifiche di stabilità del pendio.
Molto importante, riguardo alle geogriglie di rinforzo, è conoscerne il comportamento, sotto carico costante, nel tempo. Ovvero, il carico ammissibile per le geogriglie stesse per la durata utile del progetto.
Infatti, tutti i rinforzi di natura sintetica, come le geogriglie in poliestere, polietilene ad alta densità o altre fibre, sono soggette al fenomeno di creep: deformazione a carico costante che, in presenza di carichi superiori al limite ammissibile, portano nel tempo a rottura il rinforzo.
Come ogni opera di sostegno, deve essere eseguito un dimensionamento con relativa verifica di stabilità interna, composta e globale, che determinerà la necessaria resistenza a trazione e lunghezza dei rinforzi da inserire per strati sovrapposti (di norma di spessore pari a circa 60 cm) all’interno del terreno compattato, per raggiungere i fattori di sicurezza richiesti.
In particolare le verifiche di stabilità interna si compongono di due verifiche:
- verifica allo strappamento della geogriglia (tie-back)
- verifica allo sfilamento della geogriglia (pull-out)
L’ambito storico di applicazione di tale disciplina è la prevenzione del dissesto idrogeologico e quindi la materia trova ampia applicazione nelle operazioni di consolidamento, stabilizzazione, idraulica, drenaggio e rinaturalizzazione dei terreni in un’ottica di protezione dall’erosione, di sviluppo di ambienti naturali, nonché di salvaguardia del paesaggio e di mitigazione dell’impatto ambientale al fine anche del reinserimento di luoghi e di infrastrutture.