La cava Solvay di San Carlo oggetto di un progetto infrastrutturale che i PRATI ARMATI hanno salvato
La cava di San Carlo, un’eredità industriale a San Vincenzo
La cava di San Carlo, presso la località di San Vincenzo in provincia di Livorno, è un sito di estrazione mineraria di grande importanza per la zona. Situata in una frazione di San Vincenzo, la cava è stata sfruttata sin dall’età del bronzo, come testimoniano i ritrovamenti archeologici.
L’arrivo della Solvay e l’industrializzazione della cava
A partire dal 1922, con l’arrivo dell’azienda belga Solvay, l’estrazione del calcare a San Carlo ha assunto un’importanza industriale su larga scala. La cava è stata fondamentale per rifornire lo stabilimento di Rosignano Solvay, dando vita a un’economia locale basata sull’estrazione mineraria.
Tecniche di estrazione e trasporto tradizionali
Inizialmente, l’estrazione del calcare avveniva con metodi tradizionali: esplosivi, frantumazione manuale e trasporto su trenini Decauville. Un’imponente teleferica, costruita negli anni ’20, collegava la cava al silos di stoccaggio e da lì il calcare veniva trasportato in treno allo stabilimento di Rosignano Solvay.
Negli anni ’50, l’introduzione di macchinari moderni ha rivoluzionato le modalità di estrazione e trasporto, riducendo drasticamente il lavoro manuale. Infine la teleferica è stata dismessa nel 2008 e sostituita da una ferrovia.
Il Cantiere
Il 03 Aprile del 2006 partono i lavori di realizzazione del raccordo ferroviario tra la cava Solvay di San Carlo e la stazione ferroviaria FS di San Vincenzo ed adeguamento della strada Solvay. Il progetto complessivo riguardava l’ampliamento della cava di calcare di San Carlo e la realizzazione di un nuovo sistema di trasporto su rotaia, da San Carlo a San Vincenzo, del materiale estratto atto a sostituire la teleferica.
I nuovi rilevati ferroviari e stradali, ancora in fase di costruzione, sono stati colpiti da eventi di dissesto idrogeologico ed erosione, compromettendo la loro stabilità e richiedendo interventi urgenti di consolidamento.
L’INTERVENTO CON I PRATI ARMATI
Di fronte all’emergenza erosiva, la Solvay ha scelto una soluzione innovativa e sostenibile: i PRATI ARMATI®. Questa tecnologia d’ingegneria naturalistica ha consentito di stabilizzare i pendii, proteggerli dall’erosione e favorire una rapida ricolonizzazione vegetale reintegrando l’area al paesaggio circostante. La scelta dei PRATI ARMATI® è stata dettata dalla loro capacità di adattarsi a condizioni ambientali difficili e di garantire il blocco dell’erosione e del dissesto idrogeologico in tempi ridotti. Inoltre, la collaborazione con la Forestale Toscana ha permesso di utilizzare sementi di specie autoctone, contribuendo a ripristinare la biodiversità locale.
A Marzo 2007 quindi vine effettuata la messa in opera dei PRATI ARMATI®.
DOPO 3 MESI
Dopo soli tre mesi, i rilevati erano già coperti dalla vegetazione e i PRATI ARMATI si erano ben sviluppati su tutto il cantiere, avviando così il processo di rinaturalizzazione.
E DOPO 1 ANNO?
A distanza di un anno, l’intervento di consolidamento con i PRATI ARMATI® ha portato a risultati eccellenti. La vegetazione è cresciuta rigogliosa, formando un manto erboso denso e resistente che ha completamente bloccato i fenomeni erosivi. Grazie a questa soluzione naturale, le infrastrutture sono ora in piena sicurezza e perfettamente agibili.
I PRATI ARMATI® hanno dimostrato di essere una soluzione duratura ed efficace per il controllo dell’erosione. Dopo un anno, le radici delle piante hanno profondamente penetrato il terreno, creando una rete che stabilizza il pendio e previene smottamenti e frane. Le infrastrutture sono ora protette in modo ottimale e possono essere utilizzate in piena sicurezza.