SMARINO: INTERVENTO PILOTA DI INERBIMENTO E RINATURALIZZAZIONE SULLA VARIANTE DI VALICO AUTOSTRADA FIRENZE-BOLOGNA
SMARINO. L’intervento pilota eseguito sulla Variante di Valico sul tratto autostradale Firenze-Bologna all’altezza di Barberino del Mugello (FI), prevedeva il riposizionamento sul fianco del rilevato in smarino derivanti dallo scavo di galleria (tunneling).
L’obbiettivo dell’intervento era il confronto con altra soluzione antierosiva verde quale idrosemina a spessore con mulch per il controllo dell’erosione, il rinforzo corticale, l’impermeabilizzazione, l’inerbimento e la conseguente rinaturalizzazione attraverso un opera di ingegneria naturalistica rapida ed efficace. Particolare interesse suscitava l’applicazione in adeguamento al D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. e al D.M. Ambiente del 10 agosto 2012 n. 161 “I piani di utilizzo delle terre e rocce da scavo” allora soltanto in fase di istruttoria. L’intervento pilota era stato chiesto dal committente BTP Baldassini Tognozzi Pontello Spa su indicazione della dirigenza di Autostrade per l’italia Spa. Non trascurabile la forte attesa dovuta alle prescrizioni ambientali degli enti competenti per un inerbimento che potesse mitigare visivamente l’opera e reinserire nel paesaggio l’area profondamente antropizzata.
Particolarmente evidente è stato il risultato ottenuto con un potente inerbimento mediante la semina a mano di piante erbacee a radicazione profonda, per il definitivo controllo dell’erosione e del dissesto idrogeologico, anche grazie all’impermeabilizzazione del versante. Ciò ha consentito l’eliminazione degli interventi di manutenzione e relativi costi sia per la gestione delle opere a verde sia per la protezione ed il mantenimento della funzionalità dei fossi di guardia.La perfetta efficienza delle opere di regimentazione delle acque superficiali risulta fondamentale per la stabilità della scarpata durante eventi pluvio meteorici critici. La vulnerabilità del litotipo, l’elevata pendenza della scarpata e le attese per un intervento di ingegneria naturalistica di grande pregio, hanno reso ancora più stimolante l’obbiettivo dell’intervento con i PRATI ARMATI®.
Particolare interesse ha suscitato il risultato se si pensa che l’obbiettivo è stato raggiunto con i PRATI ARMATI® senza l’utilizzo di terreno vegetale, ed ancora di più l’evidenza di risultato estremamente superiore rispetto alla soluzione concorrente, grazie al notevole sviluppo della coltre epigea e dell’apparato radicale sviluppato in breve tempo dalle piante erbacee a radicazione profonda.
Non sono state necessarie neanche altre soluzioni antierosive tradizionali tipiche dell’ingegneria naturalistica come: biostuoie, georeti antierosive tridimensionali e geocelle. I PRATI ARMATI® vegetano perfettamente su qualsiasi litotipo, anche il più sterile e inquinato. L’impiego di questa tecnologia antierosiva naturale consente quindi di operare anche in aree in cui le condizioni pedoclimatiche erano fino a pochi anni fa ritenute proibitive per lo sviluppo della vegetazione e, data la sua semplicità realizzativa, riduce notevolmente costi, energia, rischi, tempi di lavorazione.
PROVA DI STRAPPO SU PIANTE PRATI ARMATI® A DISTANZA DI 10 ANNI DALLA SEMINA
PROVE DI STRAPPO SU PIANTE DI UN IDROSEMINA TRADIZIONALE A DISTANZA DI 10 ANNI DALLA SEMINA
I PRATI ARMATI® sono una tecnologia naturale che:
- impiega sementi di piante erbacee perenni a radicazione profonda, prevalentemente autoctone, in grado di vegetare su ogni litotipo e in qualunque clima (pH compreso tra 4 e 11, temperature comprese tra circa -40° C e +60 °C)
- contrasta l’EROSIONE e consente la RINATURALIZZAZIONE anche sui litotipi più sterili e inquinati da metalli pesanti e idrocarburi, quali:
- TERRE (argille, limi, sabbie, ghiaie e loro miscele)
- ROCCE (purchè alterate o fratturate) quali conglomerati debolmente cementati, marne calcareniti, flysch, piroclastiti, scisti, rocce acide o basiche
- Terreni additivati con calce fino al 5% in peso
- Suoli inquinati da idrocarburi e metalli pesanti in concentrazioni anche 10 volte superiori ai limiti massimi di legge.
- riduce l’infiltrazione d’acqua nel sottosuolo grazie alla fitta coltre epigea e ne favorisce la rimozione dai primi strati attraverso l’evapotraspirazione, con positive ripercussioni su alcuni parametri geomeccanici del terreno: saturazione, pressione interstiziale, coesione, resistenza al taglio, etc.
- sostituisce in toto un intero pacchetto di lavorazioni-manufatti-materiali utilizzato negli interventi tradizionali per contrastare l’erosione: geocelle, georeti, geogriglie, geostuoie, biostuoie, bioreti, mulch, matrici di fibre di legno legate, materiali plastici, terreno vegetale, terreno di riporto, con forti vantaggi tecnici, economici e ambientali
- rinaturalizza i versanti, favorendo la biodiversità e accelerando la successione ecologica
- sottrae fino al 400% in più di CO2 rispetto alle piante tradizionali
- non necessita di alcuna manutenzione (sfalci, irrigazioni, concimazioni, etc).
APPLICAZIONI PER LITOTIPI – TERRENI TRATTABILI CON I PRATI ARMATI®
Si intendono per terreni trattabili con i PRATI ARMATI® tutte le rocce sciolte (terre) e le rocce lapidee (rocce) che per fessurazione, macrostruttura, tessitura, granulometria, addensamento, etc. consentono l’attecchimento e lo sviluppo dell’apparato radicale, quali:
TERRE
- argille
- limi
- sabbie
- ghiaie
- loro miscele in proporzioni differenti
ROCCE
- conglomerati (debolmente cementati)
- marne (alterate)
- calcareniti (debolmente cementate)
- flysch
- piroclastiti
- scisti
- rocce acide o basiche alterate o intensamente fratturate
L’attecchimento è ottenibile anche su suoli che, sotto il profilo pedologico, appaiono totalmente sterili o inquinati da idrocarburi e metalli pesanti in concentrazioni anche 10 volte superiori ai limiti massimi di legge.
I PRATI ARMATI® attecchiscono anche su terreni additivati con calce fino al 5% in peso.
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Smarino
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.Si definiscono smarino i detriti (sia terre sciolte, o frammenti rocciosi) provenienti dai lavori di scavo di gallerie, cave e miniere. Lo smarino di miniera riguarda la frazione di roccia disgregata che non contiene il minerale oggetto della coltivazione mineraria oppure che lo contiene in minime percentuali, inferiori a quelle richieste per un recupero economico del minerale dal detrito stesso.
Durante la realizzazione di uno scavo le operazioni di smarino possono essere suddivise i due momenti principali:- la raccolta e il caricamento della roccia demolita;
- il trasporto del materiale dal fronte di scavo direttamente fuori dell’area di escavazione.
A seconda della dimensione dell’area di escavazione, le operazioni di caricamento possono essere effettuate con pale gommate/cingolate a carico frontale, escavatori standard o particolari congiuntamente ai normali dumpers, pale su binario (in piccole gallerie),ecc.
Il trasporto verso l’esterno del materiale può avvenire attraverso mezzi gommati (dumpers), su vagoni, o mediante nastro trasportatore.
In presenza di materiali molto sciolti e/o mescolati a fanghi bentonitici, si può procedere al pompaggio verso l’esterno.
Ai sensi della vigente normativa sulla gestione delle rocce da scavo (D.Lgs n. 152/2006 e s.m.i.), lo smarino, se non contaminato da inquinanti può essere riutilizzato, senza trasformazioni preliminari[1]. , per rinterri, riempimenti, rilevati, rimodellazioni, ecc.; lo smarino può essere utilizzato anche nei processi industriali in sostituzione dei materiali di cava nel rispetto delle condizioni fissate dalla normativa di riferimento.
Se inquinato o non riutilizzato per le lavorazioni previste dalla normativa, lo smarino è considerato un rifiuto e come tale è sottoposto alle disposizioni della normativa in materia di rifiuti.