ISOLAMENTO VERSANTI – POLITECNICO DI BARI
ISOLAMENTO VERSANTI: la fitta coltre vegetale dei PRATI ARMATI ® – saldamente ancorata al versante dalle radici profonde e resistenti – protegge i versanti dagli agenti atmosferici: pioggia, neve, vento ed anche da gelo-disgelo e sbalzi termici.
ISOLAMENTO VERSANTI: In caso di precipitazioni, soprattutto se intense, l’acqua ruscella al di sopra della coltre epigea dei PRATI ARMATI® senza provocare erosione. Diminuisce così anche l’infiltrazione nel sottosuolo. Si ha così un’ottimale isolamento versanti. La coltre vegetale dei PRATI ARMATI® – sia verde, sia disseccata – si comporta come i tetti delle capanne, realizzati con foglie, che consentono lo scorrimento dell’acqua soprattutto in caso di precipitazioni intense, impermeabilizzando la zona sottostante. L‘isolamento versanti è così molto efficiente.
In caso di precipitazioni di forte intensità e su pendenze elevate i PRATI ARMATI® sigillano il versante durante le precipitazioni di forte intensità la parte epigea (le foglie) si adagia e si compatta sul pendio formando una copertura continua, meno permeabile, che diminuisce la penetrazione dell’acqua nel terreno e facilita lo scorrimento superficiale al di sopra della coltre vegetale, proprio come il tetto in paglia di una capanna, proteggendo il pendio dall’erosione.
La fitta copertura erbosa che va a coprire il pendio ha anche effetti sensibili sulle condizioni idriche del terreno, sia nello strato superficiale, sia a livello più profondo: si modifica la distribuzione delle portate di afflusso delle precipitazioni meteoriche. Aumentano infatti:
1. sia la frazione di acqua che scorre in superficie al di sopra della coltre erbacea allettata (e quindi non sul suolo nudo)
2. sia – successivamente – la frazione di acqua che viene sottratta dal terreno tramite le radici e successivamente trasfe rita all’atmosfera attraverso le foglie (traspirazione fogliare).
I due effetti combinati diminuiscono, in tempi e modi differenti, la quantità di acqua che si infiltra o permane nel terreno.
ISOLAMENTO VERSANTI in caso di alluvioni: Gli impianti antierosivi realizzati con PRATI ARMATI® hanno resistito indenni a catastrofi naturali, quali siccità anomale e alluvioni. Si citano come esempi due interventi realizzati in Umbria, in provincia di Terni: uno a Orvieto, lungo SP111 della Badia, l’altro nei pressi di Fabro, lungo l’Autostrada del Sole A1 Milano – Napoli.
Nel novembre 2012, dopo una stagione estremamente siccitosa (assenza totale di precipitazioni per circa 6 mesi, da maggio a ottobre), la zona di Orvieto-Fabro è stata investita da precipitazioni a carattere torrenziale di intensità eccezionale, circa 400 mm di acqua in due giorni, che hanno causato gravi frane e inondazioni.
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Alluvione
L’origine del termine risale all’epoca romana, quando vennero coniati i termini per il processo di deposizione e di escavazione delle acque correnti. Il verbo alluere (ad + luere = aggiungere bagnando), indica il primo processo, mentre il verbo abluere (ab + luere = togliere bagnando) il secondo. Dai verbi derivano i sostantivi alluvio e abluvio, che indicano gli incrementi e i decrementi che subiscono gradualmente i terreni per i depositi e le escavazioni dei corsi d’acqua.[1]
Nell’italiano recente viene anche ritenuto sinonimo di inondazione, in effetti le due parole attualmente sono utilizzate con lo stesso significato. Tuttavia alluvione nasce come riferimento esclusivamente meteorologico, mentre inondazione più facilmente può avere anche un senso figurato, sebbene non sempre catastrofico (es.: “sono stato inondato di sms”).
Il processo dell’alluvione è del tutto naturale e si manifesta costantemente in varie posizioni lungo l’alveo di tutti i corsi d’acqua. Periodicamente, quando i fiumi straripano e inondano le campagne circostanti, lo stesso processo si applica in forma più estesa ai territori sommersi e interessati dal deposito di sedimenti. È in questo modo che si sono formate le pianure alluvionali. Con la graduale trasformazione del significato originario il processo di sedimentazione delle acque non è più la causa, ma diventa la conseguenza dell’alluvione. Questa e altre conseguenze che solitamente concorrono a danneggiare le persone e le cose hanno enfatizzato la forza emotiva del termine.[2]
L’ “alluvione” può essere un evento catastrofico, causato da avverse condizioni atmosferiche che provocano piogge torrenziali per giorni o settimane. È intesa come un fenomeno particolarmente devastante e fa parte delle calamità naturali, per il suo impatto drammatico sulle vite e le opere umane.
A livello culturale, il mito del diluvio universale è forse relativo ad un’antica alluvione catastrofica di cui è rimasta testimonianza nelle tradizioni scritte.
Un’alluvione è un evento non previsto, ancorché possa essere prevedibile, in particolar modo in quei paesi interessati annualmente dal fenomeno dei monsoni e dei cicloni, seguiti nelle nazioni più progredite con i più moderni strumenti messi a disposizione dalla moderna scienza meteorologica.
Un’alluvione trasporta grandi quantità di suolo e detriti strappati dalla forza dell’acqua, provocando ulteriori danni e rendendo più difficili i soccorsi. Non è raro che, nei territori a prevalenza montuosa e, specialmente, in quelli sottoposti ad abusi edilizi, un’alluvione sia accompagnata da frane o smottamenti più frequentemente in zone a forte rischio o dissesto idrogeologico. Gli smottamenti del terreno, oltre ad essere un pericolo di per sé, possono deviare corsi d’acqua o riempire parte dei bacini, provocando danni e vittime in maggiore quantità anche durante precipitazioni di durata ben più modesta dei quaranta giorni e delle quaranta notti di pioggia di biblica memoria.