ORDINE DEGLI INGEGNERI, GEOLOGI, AGRONOMI E FORESTALI DELLA LOMBARDIA
Dissesto idrogeologico
Il rischio di dissesto idrogeologico{\displaystyle R_{t}=(E)\cdot (R_{S})=(E)\cdot (H\cdot V)}Secondo l’analisi effettuata da David J. Varnes in un rapporto dell’UNESCO del 1984 il rischio totale relativo al dissesto idrogeologico può essere espresso dalla relazione:
dove:
- {\displaystyle R_{t}}: Rischio totale, cioè il numero aspettato di danni relativi ad un evento catastrofico in termini di vite umane, persone ferite, danni alle proprietà ed alle attività economiche;
- {\displaystyle E}: Elementi a rischio, cioè la popolazione, le proprietà e le attività economiche potenzialmente in pericolo con riferimento a un dato fenomeno catastrofico;
- {\displaystyle R_{S}}: Rischio specifico, che rappresenta il grado atteso di perdite legato ad un particolare fenomeno, espresso dal prodotto di H per V;
- {\displaystyle H}: Pericolosità naturale, cioè la probabilità che un dato evento possa verificarsi in una data area in un certo periodo;
- {\displaystyle V}: Vulnerabilità, che rappresenta il grado di danno atteso nei confronti di un elemento o di un insieme di elementi, espresso con una scala da 0 (nessun danno) a 1 (distruzione totale);[1]
Le azioni da attuare in presenza di un dissesto idrogeologico sono:
- Descrizione dello stato di natura, che consiste nella raccolta delle informazioni relative ad un dato fenomeno catastrofico potenziale, con riferimento anche alle informazioni storiche;
- Valutazione dell’intensità, cioè la valutazione del grado di distruttività che il fenomeno in analisi può assumere. In generale si può procedere considerando uno o più parametri legati all’intensità e valutarli oppure considerando anche gli effetti del fenomeno, quindi attuando anche un’implicita valutazione del valore e della vulnerabilità degli oggetti a rischio;
- Valutazione della pericolosità, che consiste nella valutazione della probabilità che un dato evento avvenga in un certo periodo; in questa analisi ci si basa su metodi euristici (con valutazioni soggettive e qualitative), statistici (basati sullo studio del fenomeno nel passato) o deterministici (con riferimento a leggi fisico-matematiche);
- Valutazione del rischio inteso come sintesi del lavoro di individuazione e attribuzione di un valore degli elementi a rischio e della loro vulnerabilità;
- Gestione del rischio, cioè la serie di interventi atti a diminuire l’effetto del fenomeno su ambiente, manufatti e popolazione.
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