Tecniche sistemi antierosione antierosivi
TECNICHE-SISTEMI-ANTIEROSIONE-ANTIEROSIVI 2013-Corigliano-Calabro
TECNICHE-SISTEMI-ANTIEROSIONE-ANTIEROSIVI.
Programma della giornata di studio durante la quale verrà presentata la tecnologia del PRATI ARMATI® scoperta dall ing. Claudio Zarotti
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it.wikipedia.org/wiki/Erosione
L’erosione è quel fenomeno ambientale che ha come effetto il raggiungimento di un equilibrio del profilo terrestre attraverso l’asportazione graduale di suolo o … -
Erosione in Vocabolario – Treccani
www.treccani.it › Vocabolarioeroṡióne s. f. [dal lat. erosio -onis, der. di erodĕre «erodere»]. – 1. a. Genericam., in geografia fisica, l’azione abrasiva esercitata in vario modo sulla parte …
Obiettivo della giornata di studio è l’analisi dei problemi posti dall’erosione dei terreni e dall’infiltrazione dell’acqua in profondità e la presentazione delle possibili soluzioni tecniche che consentono di controllare i fenomeni di degradazione superficiale del suolo e di coadiuvare la regimazione dei deflussi. Il tema sarà affrontato, considerando le cause e gli effetti dell’erosione e dell’infiltrazione ed evidenziando la relazione di interdipendenza tra fenomeni erosivi e stabilità dei pendii naturali e degli scavi. Verranno inoltre illustrate diverse soluzioni tecniche finalizzate a contrastare i fenomeni erosivi e di instabilità, in diversi contesti geomorfologici e climatici, con l’obiettivo di garantire la sicurezza del territorio e la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio nell’attuale contesto normativo.
Confronto con le tecniche antierosive tradizionali
Su una superficie di un ettaro un tipico intervento antierosivo con tecniche tradizionali (georete tridimensionale, 10 centimetri di terreno vegetale, idrosemine di vario tipo con o senza mulch) prevede il trasporto e l’utilizzo di 1300 tonnellate di materiali e molte settimane di lavorazione; un intervento antierosivo con piante erbacee perenni a radicazione profonda prevede l’utilizzo di 12 tonnellate di materiali (semi, colle e concimi) e un solo giorno di lavorazione.
Le tecniche antierosive tradizionali prevedono l’impiego di manufatti sintetici (geocelle, georeti etc.), biostuoie, oltre che di terreno vegetale di riporto destinato a fornire un substrato fertile per l’attecchimento della vegetazione. Un tipico impianto antierosivo è ad esempio quello così realizzato: viene stesa sulla scarpata soggetta ad erosione una georete in materiale plastico e viene fissata con dei picchetti metallici infissi nel terreno. Sulla georete viene poi steso uno strato di spessore variabile di terreno vegetale destinato a fornire un substrato fertile per l’attecchimento della vegetazione (a volte la georete viene stesa sopra lo strato di terreno vegetale anziché sotto). Viene successivamente realizzata una semina di piante erbacee tradizionali (loietto etc.) e spesso anche un trapianto di essenze arbustive ed arboree per favorire la rinaturalizzazione, soprattutto la posa in opera di terreno vegetale comporta lunghe e costose fasi di lavorazione ed un consumo energetico molto elevato. Con le soluzioni tradizionali i costi sono molto elevati, i risultati scadenti, i tempi di lavorazione lunghi e i rischi rilevanti. Le fasi di lavorazione sono molteplici: prelievo di terreno vegetale da siti anche molto distanti, trasporto fino al cantiere, deposito e stesura del materiale sui rilevati, posa di geostuoia o simili sul terreno vegetale ed infine idrosemina di qualsiasi tipo, semplice o potenziata. Il terreno vegetale spesso non è autoctono e può contenere semi, rizomi, infestanti, parassiti, microorganismi anche dannosi e infestanti che in un ambiente diverso da quello originario possono diventare molto virulenti. Inoltre è spesso connotato da parametri geomeccanici scadenti e l’intero impianto antierosivo così realizzato risulta instabile, collassa e scivola a valle durante intense precipitazioni. Sono così necessari continui interventi manutentivi, complessi e onerosi.
TECNICHE-SISTEMI-ANTIEROSIONE-ANTIEROSIVI. Con le soluzioni tradizionali i costi sono molto elevati, i risultati scadenti, i tempi di lavorazione lunghi e i rischi rilevanti. Le fasi di lavorazione sono molteplici: prelievo di terreno vegetale da siti anche molto distanti, trasporto fino al cantiere, deposito e stesura del materiale sui rilevati, posa di geostuoia o simili sul terreno vegetale ed infine idrosemina di qualsiasi tipo, semplice o potenziata.