Workshop SiCon Taormina 2015
Taormina
È situata su una collina a 206 m di altezza sul livello del mare, sospesa tra rocce e mare, su un terrazzo del monte Tauro, in uno scenario di bellezze naturali, unico per varietà e contrasti, sulle pendici meridionali dei monti Peloritani della riviera ionica con l’Etna sullo sfondo.
Il clima è dolcemente mite.
In base alla media trentennale di riferimento 1961–1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +11,0 °C; quella del mese più caldo, agosto, è di +26,6 °C[3].
Nel 1968, il terremoto del Belice portò un’ondata di paura per le ripercussioni che avrebbe potuto avere sul turismo. Alcuni operatori turistici frettolosamente si indirizzarono verso il turismo di massa, aprendo relazioni commerciali con i maggiori tour operator europei. Fu così che Taormina cambiò pelle. Gli alberghi “vendevano” le camere a contratto annuale ai grandi tour operator del turismo di massa rinunciando al turismo classico individuale, che sino allora aveva reso ricca e famosa la cittadina.
Il turismo di massa
Col turismo di massa si espanse nelle adiacenti zone verdi, fu rapidamente e disordinatamente cementificata, nacquero nuovi alberghi e tante nuove attività commerciali. Dato che i taorminesi non volevano dedicarsi ai lavori più umili, vi fu una migrazione dall’arretrato entroterra siciliano che spesso si improvvisarono anche albergatori, ristoratori e commercianti. Taormina divenne, in breve tempo, una cittadina balneare per un turismo di massa dai servizi meno elitari che un tempo.
Gli alberghi chiudevano a novembre per riaprire a Pasqua. Fu il crollo per quasi tutte le famiglie di antichi albergatori taorminesi che non riuscirono ad adeguarsi ai nuovi tempi ed in pochi anni persero i propri alberghi vendendoli a società forestiere che miravano più ai bilanci che alla qualità dei servizi.
Fu la fine anche della dolce vita taorminese, i cui protagonisti erano stati tanti estroversi personaggi della aristocrazia siciliana e alcuni affascinanti playboy locali che, fra le dolcezze della natura taorminese, intrattenevano turiste famose e non, inducendole a ritornare annualmente più volte a Taormina, proprio come avveniva agli albori del secolo con Geleng e Von Gloeden.
Taormina veniva, quindi, “spersonalizzata“, perdeva la propria “identità” di città di artisti e di “pazzi” in cui ognuno poteva vivere come non poteva nella propria città e Taormina rischiava di morire a causa del “provincialismo” dei tanti immigrati che vi erano giunti per cercar fortuna, e che, avendola trovata ed essendosi anche arricchiti, avevano ben presto occupato i posti di potere, snaturando così la città che perdeva la sua identità e veniva invasa dal cemento, come tante altre famose città turistiche e ciò anche a causa del turismo “mordi e fuggi” prediletto da una categoria di audaci mercanti.
Presentazione Tenuta durante il workshop (scarica il pdf)
Workshop SiCon Articolo pubblicato negli atti del workshop (scarica il pdf)