GEOSTUOIE RINVERDITE SULL’AUTOSTRADA A6 TORINO SAVONA
GEOSTUOIE RINVERDITE SULL’AUTOSTRADA A6 TORINO SAVONA.
Il tratto appenninico dell’Autostrada A 6 Torino-Savona è un percorso caratterizzato da tagli della montagna e quindi da numerose scarpate. Spesso, al fine di contrastare l’erosione, sono state impiegate delle geostuoie in aderenza, indispensabili per la messa in sicurezza della sede stradale. Il rinverdimento delle geostuoie, visibili dai fruitori dell’autostrada e non solo, è un processo difficile, spesso talmente critico che rimangono per decenni senza alcun mascheramento da parte della vegetazione, tranne qualche erba occasionale che, all’innalzarsi delle temperature, scompare irrimediabilmente, anche a causa del calore che accumula le georeti e che può bruciare le piante al colletto, uccidendole.
Inoltre, a causa dell’assenza o scarsità di una copertura erbacea, si innescano fenomeni erosivi nonostante la presenza di geo-reti.
Il procedere dell’erosione, inizialmente poco visibile anche in ragione della presenza delle geostuoie comporta, con il trascorrere del tempo, il movimento a valle anche di pietre e sassi messi in sicurezza dalla geo-reti.
Le geostuoie esposte ai raggi ultravioletti si degradano rapidamente perdendo elasticità ed ogni resistenza meccanica. Infatti questa, posta in aderenza ai versanti, perde la sua efficacia a causa dei fenomeni erosivi.
La prima erosione porta a valle il materiale fine, ma successivamente si muovono anche i materiali più grossolani che quindi si spostano sotto la rete paramassi, provocando lo svuotamento della rete a monte, con accumulo dei materiali a valle sotto le geo-reti con il cosiddetto “spanciamento” delle geo-reti . Nei casi più gravi si verifica addirittura la rottura delle geo-reti stessa: occorrerebbe effettuare per tempo delle manutenzioni straordinarie per svuotare la rete. Viceversa quando la rottura delle geostuoie si è verificata, occorre intervenire con urgenza per raccogliere il materiale franato a valle e ripristinare di nuovo la messa in sicurezza attraverso la fornitura e la posa di nuove geostuoie con costi ingenti anche legati al fatto che spesso occorre deviare il traffico. In ragione di questi diversi elementi critici, la Società Autostrada ATS Verdemare ha deciso di realizzare un impianto di Prati Armati®, al fine di conseguire:
- un’efficace e duratura messa in sicurezza di una scarpata critica su cui si era intervenuti molti anni prima con la sistemazione di geo-reti sull’intero versante;
- un rinverdimento significativo e duraturo delle geo-reti (dopo che i primi interventi di idrosemina non avevano ottenuto successo) innescando un vero e proprio processo di rinaturalizzazione.
L’idrosemina di Prati Armati® sulle geostuoie è stata effettuata nell’ottobre 2011 e, come risulta evidente dalla successione delle foto allegate, l’impianto si è ben sviluppato. Nella primavera 2012, dopo soli sei mesi dall’idrosemina, le scarpate con le geo-reti erano già molto verdi e fiorite (grazie all’integrazione di sementi fiorifere inserite nel miscuglio seminato). Nella primavera 2013 la prateria di PRATI ARMATI® è ormai consolidata, non si vedono più le geo-reti , non si registra nessuna erosione a carico delle geostuoie e la vegetazione non risente minimamente delle torride temperature estive o del gelo e della neve che d’inverno caratterizza il tratto appenninico dell’Autostrada Verdemare.
Per combattere i fenomeni erosivi e consentire una rapida rinaturalizzazione i PRATI ARMATI® possono comunque essere usati anche senza il supporto di manufatti polimerici o naturali quali geostuoie, geogriglie, biostuoie, geocelle, senza necessità di terreno vegetale.
I PRATI ARMATI® infatti crescono su ogni litotipo, anche sterile o inquinato come dimostrano gli oltre 300 cantieri realizzati in Italia ed all’estero.
Geostuoie rinverdite
Autostrada A6 (Italia) – Wikipedia
Storia – L’autostrada oggi – Raccordo per Fossano – Note
I PRATI ARMATI® vegetano perfettamente su qualsiasi litotipo, anche il più sterile e inquinato.
L’impiego di questa tecnologia antierosiva naturale consente quindi di operare anche in aree in cui le condizioni pedoclimatiche erano fino a pochi anni fa ritenute proibitive per lo sviluppo della vegetazione e, data la sua semplicità realizzativa, riduce notevolmente costi, energia, rischi, tempi di lavorazione.