MURA DA CONSOLIDARE ? CI PENSA IL PRATO ARMATO – IL GAZZETTINO 15 APRILE 2005
Idrosemina
L’idrosemina viene principalmente utilizzata per:
- Scarpate stradali, autostradali e ferroviarie
- Ripristino cave
- Scarpate fluviali e di laghi
- Campi da golf e da calcio
- Piste da sci
- Aree verdi sopraelevate
- Parchi e giardini
- Aree verdi aeroportuali
- Gasdotti e oleodotti
- Copertura discariche
L’idrosemina consente la semina del terreno attraverso la distribuzione di una miscela complessa dalle particolari proprietà che viene distribuita grazie all’utilizzo di appositi macchinari. Risulta perciò particolarmente utile in situazioni climatiche o naturali che compromettono un processo di inerbimento naturale.
Nella idrosemina, il seme, l’acqua, il fertilizzante e la pacciamatura vengono mescolate e applicate direttamente sul terreno attraverso apposite macchine.
In questa maniera, attraverso un unico lavoro il terreno viene seminato e fertilizzato. E siccome le fibre della pacciamatura trattengono moltissima acqua i semi vengono mantenuti umidi.
L’inerbimento conseguente è perciò rapido ed efficace.
Proprietà del terreno inerbito
Le caratteristiche di un arboreto inerbito sono la risultante del concorso di vari fattori, alcuni positivi, altri negativi. Il predominio degli uni o degli altri determina il raggiungimento con successo delle finalità preposte. Per questi motivi l’inerbimento non è sempre la scelta tecnica più valida e in determinati contesti è addirittura sconsigliato.
In merito agli effetti positivi i principali aspetti sono i seguenti.
- Aumento della portanza del terreno. La presenza del cotico erboso e la migliore stabilità della struttura conferiscono al terreno una maggiore resistenza al calpestamento causato dalle macchine.
- Effetto pacciamante del cotico erboso. La presenza di una copertura erbosa ha un effetto di volano termico, riducendo le escursioni termiche negli strati superficiali. In generale i terreni inerbiti sono meno soggetti alle gelate e all’eccessivo riscaldamento.
- Aumento della permeabilità. La presenza di graminacee prative ha un effetto di miglioramento della struttura grazie agli apparati radicali fascicolati. Questo aspetto si traduce in uno stato di permeabilità più uniforme nel tempo: un terreno inerbito ha una minore permeabilità rispetto ad un terreno appena lavorato, tuttavia la conserva stabilmente per tutto l’anno. La maggiore permeabilità protratta nel tempo favorisce l’infiltrazione dell’acqua piovana, riducendo i rischi di ristagni superficiali e di scorrimento superficiale.
- Protezione dall’erosione. I terreni declivi inerbiti sono meglio protetti dai rischi dell’erosione grazie al concorso di due fattori: da un lato la migliore permeabilità del terreno favorisce l’infiltrazione dell’acqua, da un altro la copertura erbosa costituisce un fattore di scabrezza che riduce la velocità di deflusso superficiale dell’acqua.
- Aumento del tenore in sostanza organica. Nel terreno inerbito gli strati superficiali non sono disturbati dalle lavorazioni pertanto le condizioni di aerazione sono più favorevoli ad una naturale evoluzione del tenore in sostanza organica e dell’umificazione. Questo aspetto si traduce in una maggiore stabilità della struttura e, contemporaneamente, in un’attività biologica più intensa di cui beneficia la fertilità chimica del terreno.
- Sviluppo superficiale delle radici assorbenti. Negli arboreti lavorati le radici assorbenti si sviluppano sempre al di sotto dello strato lavorato pertanto è sempre necessario procedere all’interramento dei concimi fosfatici e potassici. Nel terreno inerbito le radici assorbenti si sviluppano fin sotto lo strato organico, pertanto gli elementi poco mobili come il potassio e il fosforo sono facilmente disponibili anche senza ricorrere all’interramento.
- Migliore distribuzione degli elementi poco mobili lungo il profilo. La copertura erbosa aumenta la velocità di traslocazione del fosforo e del potassio lungo il profilo. La traslocazione fino a 30-40 cm negli arboreti lavorati avviene nell’arco di alcuni anni, a meno che non si proceda ad una lavorazione profonda che avrebbe effetti deleteri sulle radici degli alberi. Gli elementi assorbiti in superficie dalle piante erbacee sono traslocati lungo le radici e portati anche in profondità in breve tempo, mettendoli poi a disposizione delle radici arboree dopo la mineralizzazione.
Fra gli inconvenienti si possono citare i seguenti:
- Maggiore competenza richiesta. La tecnica richiede una certa competenza per valutare il momento opportuno in cui intervenire. Eventuali errori si ripercuotono su un incremento dei costi oppure su un danno da competizione nutrizionale e idrica.
- Mancati benefici nel periodo di transizione. La conversione dalla tecnica convenzionale a quella della non coltivazione attraversa sempre un periodo di transizione in cui i benefici sono poco percettibili. In effetti il miglioramento della struttura non è immediato e nel periodo di transizione potrebbero esserci dei problemi derivanti da una minore permeabilità del terreno e da una maggiore diffusione di piante infestanti.
- Accurata sistemazione superficiale del terreno. L’inerbimento temporaneo richiede un accurato pareggiamento della superficie per evitare che il lavoro di trinciatura sia disforme. In caso contrario la trinciatrice asporta tratti superficiali di terreno in corrispondenza dei dossi e controlla male le infestanti in corrispondenza delle depressioni.
- Maggior rischio d’incendi. La lavorazione del terreno ostacola la propagazione di un incendio all’interno di un arboreto. La presenza di residui trinciati e secchi sulla superficie può rappresentare un possibile mezzo di propagazione.
Mura da consolidare? Ci pensa il prato armato
CITTADELLA il comune ha presentato un tipo di idrosemina unico in Italia.
E’ in corso di applicazione tra Porta Vicenza e Porta Bassano.